Bando di gara per servizi di progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione lavori, contabilità e sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori di restauro e ristrutturazione finalizzati al recupero funzionale del fabbricato denominato ex lavatoio da destinare all’ampliamento del Liceo Scientifico “A. Avogadro” di Vercelli.
Il progetto di restauro e rifunzionalizzazione dell’edificio denominato “ex lavatoio” è stato concepito con molteplici specificità: il restauro filologico dei paramenti esterni, dei serramenti e della copertura del 2° piano fuori terra, il consolidamento delle strutture esistenti, la distribuzione degli spazi interni funzionalmente ottimale per la didattica e la gestione del fabbricato, l’adozione di soluzioni volte al risparmio energetico, l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale e ad elevato comfort abitativo, l’inserimento di un nuovo spazio pubblico attrezzato di connessione per la creazione di un unico plesso scolastico (prevedendo la chiusura di un tratto di via Olivero).
La struttura sarà dotata di un accesso principale lungo corso Palestro e di due accessi secondari verso l’attuale via Olivero, assicurando così i percorsi di esodo ai fini della sicurezza antincendio.
L’edificio accoglierà al piano terreno un ampio atrio di ingresso con accesso diretto al piano superiore (attraverso scala ed ascensore), quattro aule, due servizi igienici divisi per sesso, un bagno accessibile ai diversabili ed uno spazio di controllo in posizione frontale all’ingresso principale, dedicato al personale non docente. Al piano primo verrà ubicata un'unica aula, con relativi servizi igienici divisi per sesso ed uno accessibile ai diversabili, nonché un locale di servizio ad uso del personale non docente.
L’intervento al piano primo prevede l’utilizzo della loggia esistente, pur non modificando la facciata prospiciente via Olivero, mediante la realizzazione di sfondati che permettono l’arretramento del fronte al fine di una migliore distribuzione dei locali interni.
Le aule potranno ospitare fino a 25 studenti ciascuna e saranno localizzate sul versante sud per assicurare il massimo irraggiamento solare. Internamente presenteranno un’ampia parete vetrata serigrafata di separazione con il corridoio di distribuzione, che permetterà di mantenere l’unitarietà spaziale dei volumi interni, assicurando una completa illuminazione senza limitare il corridoio di accesso.
La copertura del piano terra verrà mantenuta a due falde, con l’inserimento di un rivestimento a ‘tetto verde’, per una migliore percezione architettonica e visiva, nonché per un miglioramento bioclimatico.
La copertura del piano primo verrà restaurata ed integrata nel rispetto della geometria e dei materiali esistenti.
Gli impianti dell’intero edificio risulteranno indipendenti ed esclusivi, e sarà previsto un locale tecnico interrato ubicato nell’area retrostante lungo via Olivero, con accesso diretto dall’esterno.
Fine principale del progetto è la creazione di una forte suggestione tra passato e presente, riportando l’esterno dell’edificio allo splendore originale, attraverso l’utilizzo di un restauro filologico conservativo e realizzando internamente una struttura moderna, funzionale e bio-sostenibile.
A tal fine internamente si prevede l’utilizzo di materiali come il vetro ed il legno per le pareti divisore l’acciaio per la scala e la gomma naturale per i rivestimenti.
SISTEMAZIONE ESTERNA – LA PIAZZA VERDE
Il recupero dell’Ex Lavatoio di Vercelli rappresenta una splendida occasione, non solo per restituire nuovi volumi didattici al Liceo Scientifico ‘A. Avogadro’, ma anche per creare uno spazio vivo fra i due volumi esistenti. Grazie alla chiusura dell’attuale viabilità, nell’ampia area verde che si viene a definire, realizzata con un giardino pensile, prende forma un nuovo ambito di aggregazione sia pubblico che dedicato all’istruzione.
Ispirata alla tradizione del territorio vercellese, fatto di geometriche e brillanti superfici fluenti, le risaie, il nuovo giardino viene generato discretamente dal versante est, e si eleva con dolci salite verso l’ovest. Si viene così a creare un fronte continuo che formalmente raccorda i due edifici, restituendo un prospetto forte e caratterizzante, in grado di identificare nel tessuto cittadino la rinnovata presenza del Liceo Scientifico ‘A. Avogadro’.
Il giardino pensile diventa altresì un oggetto polivalente:
restituisce alla città uno spazio pubblico verde;
genera, sotto di sé uno spazio quale ‘la piazza della scuola’, luogo di aggregazione della vita didattica, protetto attraverso la gestione della radiazione solare e degli scambi termici nel corso di tutto l’anno. Tale spazio permette inoltre una connessione diretta e protetta fra i due volumi scolastici esistenti senza soluzioni di continuità e senza il pericolo di intrusioni; crea un nuovo piccolo polmone verde per Vercelli, contribuendo ad evitare fenomeni di surriscaldamento localizzato, peculiari degli ambienti urbani.
Lo spazio venuto a creare tra l’Ex Lavatoio e l’edificio del liceo, vive su due livelli, uno prevalentemente dedicato alla comunità, ed uno privato, ‘la piazza della scuola’. Non vi è alcuna interferenza dei flussi tra i due luoghi, i quali però possono essere condivisi quando necessario. Infatti, all’interno della piazza coperta, potrà essere prevista un’area conferenze e bar da dedicare alla vita scolastica, ma facilmente usufruibile anche dal pubblico in occasione di eventi cittadini, prevedendo la protezione degli accessi diretti all’Ex Lavatoio e all’attuale Liceo Scientifico ‘A. Avogadro’.
La natura, spinta da forme della tradizione locale e coadiuvata da sistemi tecnologici e costruttivi avanzati, riconquista così uno spazio del tessuto urbano. con un intervento che aiuta a migliorare il comfort ambientale e a risparmiare energia, a restituire scorci adatti alla dimensione sociale nella città, con la realizzazione di luoghi flessibili, dinamici e di facile gestione.
IL RECUPERO
L’intervento sul manufatto edilizio dell’ex Lavatoio sarà caratterizzato da quelle operazioni che si applicano a beni, immobili e mobili, appartenenti al nostro patrimonio storico-culturale, definite come “operazioni in occasione, e a seguito, delle quali sia possibile la raccolta di dati significativi per la conoscenza del manufatto, oltre al complesso di lavorazioni e/o trattamenti tali da non compromettere la persistenza nel tempo dei manufatti stessi, comprensivi di ogni componente e lavorazione accessoria, utile alla loro esecuzione a regola d'arte ed in rapporto al loro utilizzo”.
Le attività interessano sia opere esterne che interne e, sia preliminarmente che contestualmente allo svolgimento delle opere, prevedono una campagna di indagini diagnostiche (di laboratorio e stratigrafiche), al fine di individuare la corretta composizione dei materiali presenti e calibrare al meglio le operazioni da eseguire. L’intervento ha infatti lo scopo di conservare la materia nella sua integrità, avendo cura di eliminare le cause di degrado, rimuovendo quindi gli agenti patogeni e definendo le tecniche e la strumentazione da utilizzare nelle diverse fasi operative. Le asportazioni di materia verranno attentamente valutate ed effettuate solo dove necessario.
In esterno gli ambiti di intervento si possono sintetizzare in: murature ed intonaci, lesene in finto bugnato ed elementi decorativi in malta, inferriate, serramenti in ferro ed in legno, coperture in coppi.
Per tutte queste categorie di opere, la procedura d’intervento prevede, con il compimento delle indagini preliminari, una verifica sullo stato di conservazione piuttosto che di adesione per procedere alle rimozioni indispensabili piuttosto che ai preconsolidamenti. Tale fase consente di dar luogo ad operazioni di pulizia che vanno dalla rimozione di vecchie tinte, all’eliminazione delle efflorescenze saline e macchie di ossidi, dalla disinfestazione da muffe e patine biologiche alla rimozione dei graffiti vandalici, dal lavaggio con acqua all’esecuzione di impacchi. A questa fase segue quella dell’integrazione che, nella sua complessità, va da quella materica (dalle riprese scuci-cuci delle murature alla stilatura di giunti alla ricostituzione di lacune di intonaco) a quella strutturale, fino alla sostituzione di interi elementi strutturali (serramenti, parti costituenti la copertura…) o funzionali (cerniere, grondaie e pluviali, faldalerie, ecc.). Il ripristino della funzionalità dei diversi componenti edilizi viene infine concluso dall’esecuzione della più opportuna fase di protezione, sia essa della superficie restaurata di un intonaco, che sarà affidata alla stesura di tinta, velatura o trattamento polisilossanico, a quella di una superficie metallica opportunamente riverniciata a quella della rimessa in pristino di tutti gli elementi di un’intera copertura.
Un discorso specifico interessa invece le opere interne, finalizzato al risanamento e consolidamento delle strutture orizzontali, per le quali è previsto un ciclo di verifica dell’eventuale presenza di porzioni di calcestruzzo esploso, rimozione manuale, di tutte le parti inconsistenti, eventuale sostituzione di armature metalliche di sezione troppo ridotta, accompagnata da spazzolature e pulitura delle superfici esposte, per concludersi con la passivazione dei ferri, l’integrazione delle parti mancanti con malta ad alta resistenza e pittura protettiva anticarbonatazione.
ARCHITETTURA SOSTENIBILE
Gli interventi sul manufatto edilizio del Vecchio Lavatoio sono volti ad ottimizzarne il funzionamento anche sotto l’aspetto energetico.
Per la drastica riduzione delle dispersioni termiche nei mesi invernali è pertanto prevista l’applicazione interna di un ‘cappotto a strati’, isolante con un valore di trasmittanza particolarmente basso (< 15 KWh/mq anno).
La coibentazione, prevista tra la muratura esistente esterna ed il rivestimento interno, sana e naturale, sarà garantita da uno strato isolante in trucioli di legno, puliti e non trattati, rivestiti da un velo d’argilla. Legno e argilla regolano l’umidità e la temperatura negli interni. entrambi i materiali sono aperti alla diffusione del vapore e regolano l’umidità dell’aria.
Il conglomerato che ne risulta non è infiammabili e non presenta alcun spazio per muffe o insetti. Il rivestimento interno è invece costituito da pannelli di argilla completati con intonaco premiscelato a base di argilla. La terra cruda assorbe e cede l’umidità. E’ molto resistente (visto l’impiego scolastico) e gli elementi modulari possono essere riparati senza alcun problema. E’ inoltre un materiale che non genera allergie.
Nei mesi estivi, limitati dall’interruzione dell’attività scolastica, si è ritenuto opportuno abbattere l’innalzamento delle temperature interne, causate dal carico endogeno degli studenti, sfruttando l’inerzia termica del vecchio edificio e la notevole altezza interna delle aule, consapevolmente non controsoffittate.
Migliorando la ventilazione naturale notturna (night cooling) sarà possibile raffrescare gli ambienti, permettere alla muratura perimetrale e ai solai di assorbire il calore prodotto dall’attività scolastica nelle prime ore del mattino, ritardando l’entrata in servizio di sistemi attivi di regolazione della temperatura ambiente.
Gli ambienti alti permetteranno inoltre al calore di stratificarsi lontano dall’ambiente abitato.
Sulla copertura è prevista l’introduzione di un ‘tetto verde’. Il tetto verde evita fenomeni di surriscaldamento locale e microatmosferico e migliora notevolmente il comfort ambientale, oltre ad essere un perfetto isolante naturale ad alte prestazioni. Non è da sottovalutare inoltre il miglioramento della qualità architettonica e visiva introdotta da una nuova superficie a verde.
Per carichi termici non assorbibili dai sistemi passivi è previsto un sistema di riscaldamento e raffrescamento a pavimento. Il sistema è ideale anche per l’altezza elevata degli ambienti, in modo tale da non disperdere inutilmente energia o creare movimenti d’aria fastidiosi, e climatizzare solo la prima fascia dell’ambiente, quella dedicata allo studio.
Grazie alla bassa temperatura di esercizio, la struttura è facilmente integrabile con un sistema solare termico/fotovoltaico - pompa di calore - geotermia e soprattutto garantisce un delta termico ridotto tra le temperature di mandata e quelle di ripresa.
Il sistema solare termico/fotovoltaico - pompa di calore - geotermia
Il 75% del calore necessario all’impianto di riscaldamento/raffrescamento, scambiato nella pompa di calore, è gratuitamente apportato dal calore proprio del terreno (impianto geotermico da valutare se di superficie o di profondità) e solo il restante 25% necessita di energia elettrica (per attivare la pompa di calore) opportunamente prodotta a sua volta dall’impianto fotovoltaico (posto in copertura dell’attuale Liceo, per evitare le ombre riportate dalla vegetazione presente su corso Palestro sull’ex Lavatoio).
E’ inoltre possibile integrare ulteriormente il sistema con un recupero del calore espulso dagli ambienti. In questo caso si può prevedere anche un sistema meccanico per garantire il ricambio d’aria orario dei diversi ambienti, ma è fortemente consigliato orientarsi verso semplici procedure di ventilazione naturale attraverso finestrature mobili e griglie di areazione attentamente studiate.
In copertura è previsto il recupero delle acque piovane attraverso canalizzazioni nel tetto verde.
L’illuminazione, prevalentemente naturale (giustifica le aule rivolte a sud, verso la strada) in caso di necessità sarà assicurata da lampade fluorescenti o a led ad alto risparmio energetico.